7-8-9 dicembre ore 21.00
10 dicembre ore 18.00
Ubu Re • debutto
Teatro dei Segni, Modena
Posti limitati, prenotazione obbligatoria
> info e biglietteria
Con gli attori detenuti e internati del Carcere di Modena e di Castelfranco Emilia e con gli attori del Teatro dei Venti, Oksana Casolari, Francesca Figini, Davide Filippi e Antonio Santangelo. Allestimento scenico Teatro dei Venti. Costumi Alessandra Faienza e Teatro dei Venti. Musiche Domenico Pizzulo. Assistente alla regia Simone Bevilacqua.
Regia e drammaturgia Stefano Tè.
Progetto realizzato nell’ambito di Stanze di Teatro in Carcere 2017
In collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, la Casa Circondariale di Modena e la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia.
Una produzione Teatro dei Venti con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena all’interno della Rassegna Andante.
I Laboratori sono sostenuti dal Comune di Modena, dal Comune di Castelfranco Emilia e dal Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna.
Nel biennio 2016-2018 le realtà che compongono il Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna hanno scelto di lavorare su un classico del teatro moderno, quell’Ubu Re, scritto e rappresentato da Alfred Jarry, catalizzatore e anticipatore dei temi del teatro dell’assurdo e del movimento surrealista. Tutti i gruppi stanno utilizzando questo testo di riferimento all’interno dei diversi istituti penitenziari della regione, con le diverse sensibilità umane e artistiche che si incontrano.
Il Teatro dei Venti sceglie anche questa volta la contaminazione, l’apertura, portando il progetto fuori dal Carcere, all’incontro con altri artisti e con il pubblico.
“Ubu Re” è stato in residenza nel luglio 2016 nell’ambito del Festival Collinarea a Lari (PI) e del Festival In Necessità Virtù a Dalmine (BG) con seminari rivolti ad artisti e ragazzi delle scuole superiori.
Sinossi
Padre Ubu vuole diventare Re di Polonia e fa di tutto per uccidere il Re Venceslao, spodestare la Regina Rosmunda e conquistare il trono. Riesce nei suoi intenti e prende possesso del regno. Una volta diventato Re inizia a uccidere nobili, magistrati, finanzieri, contadini e insieme alla sua compagna, la Madre Ubu, semina il terrore. Vero motore delle azioni nel nuovo Re è proprio quest’ultima che, come un burattinaio, organizza e dirige le mosse del sempliciotto Ubu Re.
In questa mescolanza di bassezza, sporcizia, mancanza di morale e grottesco troviamo le azioni di Ubu. Un’assenza di tempo e morale in cui tutto è possibile e in cui nessuno, soprattutto Padre Ubu è responsabile dei suoi atti.
Non c’è giustizia, non c’è morale, non c’è giudizio. Ma allora cosa c’è?
Sicuramente un movimento interiore che parte dal basso, dagli istinti più impulsivi e voraci, animaleschi.
Ubu non è solo una grande marionetta. Sebbene le sue azioni manchino di una scelta consapevole, lui decide le sue azioni.
Potremmo dire che siamo tutti Ubu. Che tutti aspiriamo a qualcos’altro e che spesso non sappiamo distinguere e gestire il bene e male che preme dalle viscere.
Questo spettacolo mette a confronto l’opera di Jarry, caposaldo del teatro contemporaneo, con temi sempre attuali quali “l’uomo” e “il potere”, attraverso il lavoro di attori professionisti e attori detenuti.
Stanze di Teatro in Carcere 2017
Stanze di Teatro in Carcere è il progetto annuale del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, associazione che raccoglie le realtà che operano con progetti teatrali presso sei carceri della regione. L’edizione 2017 della rassegna ha per titolo “Le patafisiche: universi complementari del Teatro in Carcere.”