Domenica 5 maggio la settima edizione del festival si conclude a Gombola, frazione di Polinago, nell’Appennino Modenese, per scoprire un suggestivo scorcio del territorio e avviare nuovi percorsi artistici. “Trasparenze portami via” con Roberto Abbiati, Roberto Latini / Fortebraccio Teatro, Open Program of the Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards. Infine si tornerà a Modena per concludere il Festival con il concerto di Zambra Mora.
Evento a prenotazione obbligatoria.
Per lo spostamento da Modena a Gombola è disponibile un Bus Navetta:
partenza alle 17.00 e ritorno alle 23.30.
Il luogo di partenza sarà comunicato ai partecipanti.
Ore 19.00 Borgo di Gombola
Camminata Poetica con la voce di Ermanna Montanari
Per iniziare la camminata all’interno del Borgo di Gombola verremo accompagnati da un contributo audio di Ermanna Montanari, con le parole di un racconto di Robert Walser.
Ore 19.30 Chiesa di Gombola
La delicatezza del poco e del niente // Roberto Latini / Fortebraccio Teatro
Da “Ossicine”, “Voci tempestate”, “Sermone ai cuccioli della mia specie”, “So dare ferite perfette”, “Fuoco centrale”, “Paesaggio con fratello rotto”, alcune delle più belle confidenze della meravigliosa poetessa cesenate, Mariangela Gualtieri, lette da Roberto Latini in una serata per voce sola. Un concerto poetico di parole lucciole, tenerezze, incanti e quella capacità che hanno i poeti di stare nei silenzi intorno alle parole.
Ore 19.30; 20.15; 21.00 Podesteria di Gombola
Una tazza di mare in tempesta // Roberto Abbiati
3 repliche, per un massimo di 18 spettattori ciascuna.
Prenotazione obbligatoria.
“Ogni volta che mi accorgo ad atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me…allora dico che è tempo di mettermi in mare al più presto.
Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente il rumore del mare? Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare in un libro.
S’accende qualcosa ogni volta che lo si prende in mano, il libro, e allora poi si comincia a immaginare in grande, balene, velieri, oceani, via, le cose più esagerate. Una piccola installazione, una piccola performance, per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose. Come se si fosse nella stiva di una baleniera.
Il mare. Che mare? Il rumore del mare. Cosa ti fa venire in mente il rumore del mare?
Il Moby Dick di Melville. Un libro. Tutto il mare in un libro.” – Roberto Abbiati.
Ore 20.30 Chiesa di Gombola
Incontro Cantato // Open Program of the Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards con il Collettivo Hospites
INCONTRO CANTATO è un invito a prendere parte a una festa fuori dall’ordinario, alla quale si può assistere con la propria presenza, o durante la quale ci si può unire al canto con il canto o con l’ascolto, e alla danza con la danza o con lo sguardo. È un evento libero e gratuito, aperto a tutti, senza alcuna limitazione. Sabato 4 maggio per prepararsi all’evento è possibile partecipare al Seminario libero di canto condotto da Mario Biagini e dai suoi collaboratori (nota bene: per prendere parte all’Incontro cantato non è necessario aver preso parte al Seminario libero). Si potrebbe considerare l’Incontro cantato come una forma d’arte dimenticata che contempla la partecipazione fluida e attiva da parte di tutti i presenti. Guidato gentilmente da un nucleo di artisti preparati, l’Incontro cantato è uno spazio sicuro in cui sperimentare che cosa significhi prendersi cura individualmente di un agire condiviso. I partecipanti, ognuno con un retroterra differente, diventano consapevolmente co-creatori di un’opera d’arte che va oltre le diversità sociali o culturali, verso il riconoscimento reciproco.
I canti nascono attorno e tra i partecipanti, e i ritmi e le melodie, assieme ai timbri, favoriscono il sorgere di un’attenzione diversa. La risonanza abbraccia tutti i presenti, che costruiscono insieme la serata in modo attivo, ritrovandosi di fronte a semplici scelte non manipolate: essere testimoni, entrare nello spazio dove si svolge l’azione, seguire rimanendo da parte, cantare e danzare, trovare la propria maniera di essere presenti e sostenere gli altri. Ascoltare.
Ore 21.30 Area Festival
Zambra Mora
Inizialmente la ricerca del gruppo mosse i suoi passi dalla Musica Araba, in particolare lo stile arabo-andaluz, dal Flamenco, vissuto nei suoi stili più semplici e fruibili come i tangos e le rumbe, dalla Musica Ebraica, in particolare il klezmer e dallo Swing Manouche del primo Django Reinhardt, proponendo sia una rilettura di brani tradizionali di questi stili che composizioni originali ad essi ispirati.
“Trasparenze portami via” convoca artisti, spettatori, operatori culturali per inaugurare un progetto di fruizione del patrimonio artistico e paesaggistico del territorio che possa coinvolgere diversi partner e nuove energie creative. L’intento è quello di creare in Appennino un polo di ricerca e produzione artistica. Un luogo di residenza per artisti, studiosi e pubblico. Uno spazio dedicato al pensiero, all’azione, alla sperimentazione e all’analisi di nuove traiettorie. Una spinta dettata dalla necessità di tornare a prendersi cura dell’arte attraverso un indugiare contemplativo. Nel tempo del godimento immediato riproporre il valore dell’esperienza. Nel tempo dell’accelerazione ritornare alle radici, ai legami necessari.