Domenica 9 agosto, ore 20.00
Borgo di Gombola (MO)
Kotekino Riff
esercizi di rianimazione reloaded
Andrea Cosentino feat. Igino L. Caselgrandi
di e con Andrea Cosentino
feat. Igino L. Caselgrandi
musiche in scena Michele Giunta
supervisore dinamico Andrea Virgilio Franceschi
assistente Dina Giuseppetti
produzione ALDES / AKRÒAMA (2018)
in collaborazione con Capotrave / Kilowatt 2017
con il sostegno di MIBACT / Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo
Ho provato, ho fallito. Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio
(S. Beckett)
Sempre più penso al mio sviluppo artistico non come ad una serie di spettacoli più o meno riusciti, ma come alla costruzione della mia identità, attoriale e autoriale assieme. Un po’ comico dell’arte, che si porta dietro le sue maschere e i suoi lazzi migliori, un po’ jazzista che lavora a trovare il suo suono e il suo stile. Riconoscibile e inimitabile.
KOTEKINO RIFF vuole essere il mio gioco a togliere di mezzo l’opera. Quel che resta è da un lato l’attore, come macchina ludica di significazione, dall’altro il teatro come esercitazione allo stare comunitario. Che vuol dire mille cose diverse: dinamiche di potere, di rappresentazione, di rappresentanza, di racconto, di seduzione. Che racchiude questioni importanti e sempre attuali, come la coralità, il prendere la parola, il potere, la fiducia e l’inaffidabilità, l’autorevolezza, l’autorialità e l’autoritarismo.
KOTEKINO RIFF è un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. E’ una esercitazione comica sulla praticabilità della scena, sulla fattibilità dei gesti, sull’abitabilità dei corpi, sulla dicibilità delle storie. Creare aspettative e negarle, fino a mettere in crisi il ruolo di attore e spettatore. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco. Il migliore spettacolo teatrale non è che il programma di una festa.
(Andrea Cosentino)
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Andrea Cosentino (Chieti, 1967).
Da giovanissimo frequenta una scuola di prosa, ma si indirizza ben presto verso il teatro di ricerca, frequentando anche un laboratorio con Dario Fo presso la Libera Università di Alcatraz di Gubbio. Sempre durante l’apprendistato, si trasferisce a Parigi, dove segue l’insegnamento di “teatro gestuale” di Philippe Gaulier della scuola mimica e clownesca di Jacques Lecoq: si tratta di un insegnamento fondamentale per i suoi futuri lavori, in cui il racconto, ossia l’esposizione verbale di una storia, si accompagna infatti a una certa espressività pantomimica.
È autore ed attore di vari spettacoli a-solo tra cui si ricorda La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce’ (1998), Antò le Momò (2000), L’Asino albino (2004) e Angelica (2005). In veste di attore ha collaborato con diverse compagnie: il Drammateatro, il Lanciavicchio, Ruotalibera di Roma e le Compagnie dei registi Massimiliano Civica, Luca Ricci (CapoTrave) e Roberto Castello (Aldes).
Nei suoi monologhi il comico ed il tragico si fondono, con l’intento di scandagliare le verità più amare ed inconfessabili della società e della vita umana. Mette in scena un campionario parodico di stereotipi sociali dell'”Italietta” contemporanea. La sua satira non si limita solo alla facile caricatura, ma si arricchisce secondo alcuni intenti metafisici, filosofici ed esistenziali, tanto che alcuni dei personaggi che evoca finiscono per acquisire una dimensione poetica inaspettata ed inconsapevole.
In particolare, Cosentino arricchisce e fonde il narrare scenico con una performatività derivata dal cabaret televisivo (non a caso ha anche partecipato alla trasmissione TV di Italia 1 Ciro presenta Visitor).
Nel 2018 vince il Premio Ubu speciale per il progetto “Telemomò”, un decennale lavoro sperimentale di ricerca sul rapporto fra televisione e cultura popolare, “una televisione a filiera corta, ecologia, autarchica e interattiva” (come la definisce il suo autore).