#Trasparenze2013 presenta

mercoledì 2 ottobre ore 20.30 @ Sala Parrocchia San Pio X
InCertiCorpi [PRIMA NAZIONALE]
Vincitore Premio PRESENTE FUTURO 2013

con Francesca Figini
drammaturgia Giulio Costa, Stefano Tè
regia
Stefano Tè
produzione Teatro dei Venti

Teatro dei Venti | InCertiCorpi [2 ottobre]

Teatro dei Venti | InCertiCorpi [2 ottobre ore 20.30 – Sala Parrocchia San Pio X]

Un lavoro che parte da una riflessione articolata sul corpo della donna attraverso il lavoro fisico dell’attrice Francesca Figini, nato dagli appunti e dalle suggestioni del testo Pittura su legno di Ingmar Bergman, un solo d’attrice che parla di femminile, femminilità e della corsa verso il limite, oltre il limite.

Il tempo è indifferente. Tutto è destinato alla trasformazione, alla deformazione, all’invecchiamento. Prima della fine, ogni essere umano, volente o nolente, dovrà fare i conti con il passare del tempo. C’è chi lo accetta e chi invece cerca di tenersi in vita ritoccando il regredire o il progredire, a seconda dei punti di vista. Qualsiasi espressione si decida di farsi stampare in faccia è concessa, ma la fine è d’obbligo. C’è trucco ma non inganno. Col passare del tempo tutto cambia colore e natura. In scena una donna, il suo tempo che avanza, la sua lotta per fermarlo. La donna non ha un nome. Potrebbe essere una qualsiasi entità: una moglie, una madre, un amore, una mignotta. Nascere, amare, scopare, mangiare, defecare, morire. La drammaturgia si sviluppa  attraverso la sovrapposizione di due linee temporali: da un lato il tortuoso e accidentato susseguirsi quotidiano di conquiste e di sconfitte, dall’altro il rettilineo e inesorabile declino verso la vecchiaia, cui si oppone con tutte le forze. Il punto di contatto fra le due traiettorie è la fine, dove non ci sono risposte né certezze, se non il gusto e il privilegio di girare gli occhi intorno e di muovere le dita. Ritorno allo stadio embrionale (o riscoperta dell’innocenza): l’unica cosa che vale la pena conservare per l’avvenire. Oppure, al contrario, semplicemente un ricordo. Da congelare. E lasciare nel passato.

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