Pubblichiamo alcuni articoli prodotti dalla Consulta di Valutazione di Trasparenze 2012 durante il Laboratorio di scrittura e comunicazione “tra web e platea”.
Chi di voi saprebbe soffrire più di un’anima?
di Andrea Elisa Medici #konsulta
La giovane compagnia modenese Arterie c.i.r.t. ha dato il via al festival “Trasparenze – Atelier della scena contemporanea”, rassegna di spettacoli, laboratori e stand di artigianato artistico alla prima edizione. L’atmosfera davanti alla Sala parrocchiale San Pio X (uno dei luoghi dove si tengono gli spettacoli) è ricca di aspettative. Una volta aperta la porta d’ingresso il vociare di tutti gli spettatori cessa: finalmente è ora dello studio di “Das Nicht”!
In fondo alla sala i quattro artisti, statuari silenziosi e illuminati da una luce intensa, sembrano non accorgersi dell’irruzione improvvisa del pubblico che si è accomodato sulle sedie disposte a semicerchio. Gli occhi tradiscono una certa curiosità. La musica in sottofondo, dolce e melodica, si ferma come tagliata dal tempo. L’apatia degli attori si tramuta improvvisamente in espressioni di solitudine, dolore e voglia di vendetta.
Scelta particolare quella della presentazione delle varie figure: non avviene tramite la medias-res, ma grazie ad un prologo. Caligola, sanguinario imperatore tirannico, viene perseguitato dai fantasmi delle sue vittime, che rendono la sua personalità sempre più violenta. Dilaniando un cuscino sottolinea il soffocamento delle vite di coloro che ha ucciso. Le piume si liberano in uno spazio acronico, sospeso nel vuoto, come frammenti di anima racchiusi nel corpo.
Il secondo personaggio è Scipione che cerca vendetta per la morte prematura del padre per mano di Caligola. Dall’angoscia e dallo strazio provocati dal ricordo del padre scaturisce una danza che si libera dal dolore attraverso convulse espressioni del corpo. Cherea, il consigliere del Senato, progetta la congiura di Caligola facendosi avanti nel momento di maggior instabilità politica. In questo modo, dopo aver ucciso la moglie Drusilla, Caligola raggiunge la morte.
Quattro stelle ad Arterie C.I.R.T. per essere riusciti a trasmettere le emozioni provate dai personaggi in modo pieno e soddisfacente e a inglobare il pubblico nel loro spettacolo. Un pubblico che assume la figura importante del Senato, uditori delle orazioni del tempo.
Padre contro figlio nel labirinto della psiche
di Sonia Logiurato #konsulta
Nella sala buia del Teatro dei Segni a Modena si accendono i riflettori sul primo spettacolo del festival Trasparenze: Pater Familias – Dentro le mura scritto da Fiammetta Carena. Sul palco la compagnia ligure Kronoteatro, declinata tutta al maschile. La scena si apre su sei uomini davanti a sei tavoli che insieme a una sedia compongono tutta la scenografia. Lo spostamento continuo di questi pochi oggetti crea ambienti diversi, reali e immaginari: dalla casa familiare al labirinto che da modellino costruito dal padre diventa luogo della psiche, in cui si esprimono desideri repressi e paure.
Seconda opera di una trilogia sulla famiglia, lo spettacolo narra il difficile rapporto tra un padre incapace nel proprio ruolo e un figlio aggressivo, condizionato dal “branco” di amici. L’assenza di comunicazione e la violenza caratterizzano le loro relazioni. Questo elemento contemporaneo si intreccia con la rievocazione di due miti classici raccontati da voci fuori campo: il Minotauro affamato nel suo labirinto e Icaro che vuole volare verso il sole.
I toni aggressivi sono affiancati da gesti convulsi e guidati da ritmi tektonic. I movimenti degli attori sono più eloquenti delle loro stesse battute, alcune delle quali ritornano in momenti diversi come a sottolineare la mancanza di evoluzione dei personaggi. La mimica e la gestualità del gruppo di amici ricordano un branco di iene guidato da istinti primordiali, pronto ad accanirsi contro il più debole sia esso uno di loro o un estraneo come un extracomunitario o il padre del loro amico.
Quest’ultimo è vittima e oppressore, uomo insignificante e Minotauro. La sua incapacità nello svolgere un ruolo preciso si ripercuote sul figlio, che riuscirà a soddisfare il desiderio di autoaffermazione e libertà e mutare la situazione familiare solo consumando il sacrificio finale del Minotauro, unica soluzione plausibile.