Come ogni anno, tornano gli appuntamenti di discussione sui temi della scena contemporanea nel foyer a cielo aperto dell’Area Festival, nel Parchetto San Giovanni Bosco. Venerdì 12 maggio (ore 14.00) si parlerà di “Teatro fra creatività e socialità” in un incontro a cura di Andrea Porcheddu, nel quale sarà presentato il quarto numero della rivista del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna “Quaderni di Teatro in Carcere” a cura di Cristina Valenti.
Al termine dell’incontro verrà presentato il volume “Che c’è da guardare? La critica di fronte al teatro sociale” di Andrea Porcheddu (Cue Press, 2017).
Sabato 13 maggio (ore 14.30) “Il pubblico tra Formazione, Informazione e Deformazione”, incontro curato da Andrea Porcheddu. Domenica 14 maggio (ore 20.00), a conclusione ideale del Festival, sarà presentato l’esito del progetto “Cantieri” in un incontro a cura di Gerardo Guccini.

 

Presentazione Quaderni di Teatro Carcere

Teatro fra creatività e socialità
ore 14.00 presso Area Festival

Incontro a cura di Andrea Porcheddu in collaborazione con Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna.

Nel corso dell’incontro sarà presentato il quarto numero di “Quaderni di Teatro Carcere”, rivista annuale a cura del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna edita da Titivillus. A cura di Cristina Valenti.

Intervengono: Cristina Valenti (Università di Bologna), Mimmo Sorrentino (Drammaturgo e regista), Alessandro Garzella (Autore, regista e attore di Animali Celesti/teatro d’arte civile), Francesca Mainetti (Attrice di Animali Celesti e di Teatro 19), Giancarlo Porcacchia e Fabio Rizzuto (ex detenuti della Compagnia Fort Apache Teatro), Martina Storani (operatrice della Compagnia Fort Apache Teatro e Dottoranda in Spettacolo Teatrale alla Sapienza di Roma).

Se il teatro, storicamente, si è sempre confrontato il disagio – sin dalla tragedia greca, basti pensare a Filottete – è soprattutto in epoche recenti che si sono sviluppati percorsi capaci di affrontare seriamente tutte le declinazioni della marginalità, individuale e collettiva, diversamente intesa. Ma la radicale e costante crescita qualitativa del teatro di interazione sociale – nelle sue forme artisticamente più innovative – obbliga artisti, operatori e studiosi a interrogarsi sulle nuove possibilità creative e di ricerca di simili spettacoli.
Partendo dalle diverse e articolate esperienze di Teatro in Carcere – sicuramente tra le più radicali e strutturate forme di teatro sociale italiano – ci si chiede quali siano le possibilità di ricerche artistiche, che nascono in territori di disagio, ma che hanno saputo elaborare linguaggi innovativi e sanno esprimere indubbie eccellenze teatrali su tutto il territorio nazionale.
È possibile parlare di nuovo teatro sociale d’arte?
Sembra quasi, infatti, che il teatro sociale funzioni come “teatro d’arte” quando mantiene le sue caratteristiche profonde di natura sociale e di comunità. Ma, al tempo stesso, la funzione socializzante, di interazione sociale, si avvalora della qualità estetica: insomma, se il prodotto qualifica il percorso, è il percorso ad avvalorare il prodotto. La complessità del teatro sociale d’arte, poi, sottende la necessaria valenza etica, e dunque politica, di ogni esperienza. È possibile dunque coniugare eccellenze produttive senza minare la fondamentale prassi laboratoriale e di percorso? Se sì, quali sviluppi per queste nuova fase del teatro sociale?

Al termine dell’incontro verrà presentato il volume “Che c’è da guardare? La critica di fronte al teatro sociale” di Andrea Porcheddu (Cue Press, 2017): l’autore dialogherà con Lorenzo Donati (giornalista e critico – Altre Velocità), Alessandro Garzella (Autore, regista e attore) Francesca Mainetti (Attrice).

Il pubblico tra Formazione, Informazione e Deformazione
ore 14.30 presso Area Festival

Incontro a cura del giornalista Andrea Porcheddu
Intervengono: La Konsulta (ragazzi del progetto di formazione del pubblico Under 25 del Teatro dei Venti/Trasparenze Festival); Laura Caruso (Festival dello Spettatore) con una classe dell’Istituto Vittoria Colonna di Arezzo; Simone Pacini (fattiditeatro); Sergio Lo Gatto (giornalista e critico – Teatro e Critica); Lorenzo Donati (giornalista e critico – Altre Velocità).  Altri interventi sono in via di definizione.

Quale dialogo possibile tra scena e platea? Come formare un nuovo pubblico?
In tempi recenti, anche su invito e stimolo di progetti Europei, molto si è fatto e detto nella prospettiva della formazione del pubblico teatrale.
Lo spettatore che assiste a un evento, a uno spettacolo ha un ruolo non facile: intanto quello di scegliere come posizionarsi nel teatro, cosa e come vedere uno spettacolo. Di fatto – come scrive Romeo Castellucci – osservare “non è più un atto innocente”, ma frutto di una azione, di un’attività che è l’ultimo palcoscenico, il montaggio definitivo dello spettacolo. Dunque il pubblico non è un semplice consumatore di un prodotto culturale, ma un coprotagonista: e le ultime tendenze teatrali europee lo confermano. E in questa prospettiva si è ampliata a macchia d’olio la voglia di “partecipare” di prendere parte attiva allo spettacolo. Ma la formazione è attività primaria e fondamentale anche in prospettiva futura, garantendo un necessario ricambio generazionale anche tra chi il teatro lo riceve, non solo tra chi lo fa. Quali dunque le nuove frontiere della formazione del pubblico? Quali tendenze in atto? Quali progetti attivi in Italia e con quali esiti?
In particolare, poi, si tratta di riflettere su quale sia il ruolo dello spettatore di fronte alle proposte sceniche che si elaborano in ambiti di teatro sociale.
Quanto lo sguardo dello spettatore può essere immune dalle sollecitazioni, anche aspre, che vengono dai contesti del disagio?
Dalle iniziali esperienze, cui pochi erano ammessi – gli ingressi limitati nelle carceri, l’accoglienza solo per parenti e amici negli istituti di salute mentale – oggi assistiamo a momenti spettacolari aperti a pubblici non specifici di appassionati di teatro.
Il teatro sociale, dunque, sempre più travalica i confini di settore specializzato e per esperti o operatori. Ma, oggi più che mai, fa necessariamente riflettere sulla pratica dello sguardo, oscillando ancora tra gli estremi, spesso inconciliabili, del voyeurismo e del consenso preventivo. Per riprendere una profonda riflessione di Susan Sontag: come reagisce il singolo spettatore “davanti al dolore degli altri”?
Nel momento in cui si parla sempre più di “spettatore emancipato”, seguendo la fortunata formulazione del filosofo Jacques Rancière, vale la pena chiedersi, dunque, che ruolo abbia oggi lo spettatore nel teatro sociale.
Si tratta di ragionare, nel più ampio spettro della formazione del pubblico per il teatro tout court, di quale possa essere una corretta informazione e preparazione per lo spettatore di simili pratiche teatrali, verificando se e quanto siano opportune specifiche dinamiche formative.
Partendo da alcune esperienze già avviate in varie città italiane (Arezzo, Albenga, Roma e altre) l’incontro intende riflettere sulle caratteristiche e specificità di una formazione per lo spettatore di teatro sociale, interrogandosi su quali strumenti possano essere indispensabili per una formazione alla ricezione in questo contesto.

Presentazione del progetto “Cantieri”
ore 20.00 presso Teatro dei Segni

Incontro a cura di Gerardo Guccini
Intervengono: Gerardo Guccini (professore presso Alma Mater Studiorum di Bologna), con la partecipazione e interazione de La Konsulta e Giulio Sonno (osservatore critico, consulente artistico)

A seguire andrà in scena l’esito della micro-residenza di Illoco Teatro, The Baby Walk, Aleksandros Memetaj, Teatro Ebasko.

La quinta edizione di Trasparenze inaugura il progetto Cantieri, che coinvolge quattro giovani realtà artistiche selezionate da La Konsulta: Illoco Teatro, The Baby Walk, Aleksandros Memetaj, Teatro Ebasko. Il progetto nasce con l’intento di sviluppare una riflessione sulla creazione contemporanea. Le quattro realtà, che avranno occupato gli spazi di Cajka Teatro per una micro-residenza di quattro giorni, presenteranno l’esito del loro lavoro sviluppato sul tema assegnatoli all’inizio della residenza.
L’esito sarà introdotto da una presentazione del progetto a cura di Gerardo Guccini, che si è occupato dei “Cantieri” dall’inizio dell’esperienza, de La Konsulta, che ha curato la selezione delle quattro giovani compagnie, e di Giulio Sonno, che ha tenuto il laboratorio “Attraversametnti critici. Cantiere aperto: sguardi in corso” per La Konsulta.