L’ultimo appuntamento di Trasparenze Stagione 2017/2018 è con il capitolo uno della trilogia “Tutto è bene quel che finisce (tre capitoli per una buona morte)” della compagnia quotidiana.com.

16 marzo ore 21.00
L’anarchico non è fotogenico
Teatro dei Segni, Modena
> info e biglietteria

di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
produzione quotidiana.com, Armunia
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
in collaborazione con La Corte Ospitale/progetto residenziale

Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con le eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura.
Due cow-boy, poi improbabili danzatori, si affrontano in una partitura dialettico-gestuale dall’efficacia penetrante, incisiva, politica, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo, complice un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso.
“Una sofisticata clownerie intellettuale, un gioco verbale alle soglie dell’assurdo”. Lo spettacolo è il capitolo uno del progetto “Tutto è bene quel che finisce (tre capitoli per una buona morte)”.

IL PROGETTO

L’azione è condotta in 3 capitoli, che si sviluppano dal nucleo centrale “Tutto è bene quel che finisce”. Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con l’interesse a confrontarci sulle eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura.
Dal giuramento di Ippocrate al giuramento di fedeltà alla Repubblica, ciò che sembra concepito a tutela dell’interesse comune può configurarsi come una sottrazione dei diritti, da quelli che attengono al libero arbitrio a quelli legati al principio di uguaglianza.
Quale linguaggio può declinare e restituire valore ai tanti bà-sta! che vorremmo pronunciare? Un’esclamazione forte, quasi performativa: la sua pronuncia vorrebbe segnare la fine di qualcosa, tracciando il limite dell’opportunità o della sopportazione.
La forza dinamica di questa parola sta proprio nella sua autentica aspirazione a generare una cesura, una frattura fra presente e futuro.

BIO

Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidiana.com. Dedicano i primi anni alla ricerca di un proprio linguaggio che si intreccia ben presto al percorso di produzione dei testi. Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente, la compagnia esprime compiutamente il proprio teatro che vuole riflettere lo sgomento di questo nostro esistere, affrontando le cose da un punto di vista scomodo, a partire da ciò che non è considerato corretto nemmeno pensare.

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